Giovanissima manifestazione (nata nel 2011 da una costola del Brooklyn Flea Market) ma già affermata e anzi ormai molto di moda: Smorgasburg è stata definita dal New York Times “la Woodstock del cibo” e in effetti è una gioia per il palato e per gli occhi che i pochi tavoli disponibili non riescono a contenere.
Il nome, che non solo in italiano ha una certa assonanza con l’orgasmo (d’altra parte, nell’era del “food porn” e di Instagram…), nasce in realtà da un termine svedese Smörgåsbord, ovvero un abbondante pasto servito a buffet, che per estensione è diventato sinonimo anche metaforico di abbondanza di scelte. Il successo è stato talmente clamoroso da generare figli, nipoti, doppioni e spinoff: solo a New York ci sono ormai due appuntamenti fissi il sabato e la domenica in due posti diversi, più tutta una serie di presenze in formato ridotto presso festival o luoghi molto frequentati, senza contare le “esportazioni” in altre città. Insomma, Smorgasburg è ormai, e pochissimi anni, un marchio di successo.
Ma vale le pena andarci, in tempi di overdose (e anche sopravvalutazione) di street food? La risposta è sì, perché qui trovate la quintessenza dell’atteggiamento newyorkese verso il cibo: voglio poter provare tutte le cucine del mondo purché siano autentiche, ma tanto il mondo è già tutto qui, no? Naturalmente, essendo street food, qui è ammessa qualche rielaborazione creativa per poter cucinare in spazi ridotti e servire qualcosa che si può mangiare anche in piedi (più o meno!).
Così si passa dalle pietanze regionali statunitensi alle più svariate cucine asiatiche, dagli immancabili messicani ai tramezzini italiani (!), da mille varietà di gelato o bevande dissetanti al mango da passeggio affettato a forma di rosa e messo su uno stecchetto, dalla pannocchia di mais al ramen burger (?!?), da carni alla brace alla porchetta (!!).
Si rischia l’effetto “ultima abbuffata” soprattutto se fa caldo, ma le tentazioni sono molteplici e irresistibili. Io ho assaggiato un panino di lenticchie e agnello alla maniera di Karachi e uno stranissimo waffle tipico della cucina di Hong Kong degli anni ’50 (almeno a sentire loro!), ma vi assicuro che, colto dalla più classica “sindrome da buffet” (mai nome è stato tanto azzeccato!) avrei assaggiato tutto. Anche se bisogna dire che i costi non sono proprio irrisori, quindi è bene non arrivarci con troppa fame!
Info utili: i due Smorgasburg principali si trovano entrambi a Brooklyn. Il sabato, dalle 11 alle 16, è presso l’East River State Park, affacciati sull’East River, nella zona di Williamsburg. La domenica invece per trovare più spazio ed emanciparsi dal mercato delle pulci sotto il Manhattan Bridge, Smorgasburg si è spostato dal 2015 nel grande Prospect Park, più precisamente a Breeze Hill, sempre dalle 11 alle 16. Altre iniziative in tono minori le trovate sul sito, che copre sia il mercato delle pulci che Smorgasburg. E, visto che i posti a sedere sono molto limitati, mentre almeno a Prospect Park l’ombra non manca, portatevi qualcosa per sedervi o sdraiarvi all’ombra di un albero.
P.S.: se scorrete la galleria, scoprirete che Smorgasburg è frequentato anche da supereroi, e poi vi spiegherò il perché!
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