Se un’idea è buona e sembra funzionare, a New York non si fanno problemi a copiarla. O, come si dice, a “prendere ispirazione”, certo adattandola alla realtà locale. Ve l’ho già raccontato con il progetto decennale per piantare un milione di nuovi alberi. In questo caso si tratta di una enorme pedonalizzazione, per lasciare almeno per qualche giorno, d’estate, una parte della città a pedoni e ciclisti.
L’ispirazione dichiarata è Ciclovía, una manifestazione nata dal basso a Bogotá a metà degli anni ’70 e fin dal 1976 supportata e promossa dalla municipalità: oggi è estesa ogni domenica su più di 110 km di strade e la partecipazione raggiunge quasi il 30% della popolazione della capitale colombiana, ovvero poco meno di 2 milioni di persone. Nel 2008, con sindaco ancora una volta Bloomberg, l’amministrazione decide di importare l’idea anche a New York, anche se limitata a 3 sabati di agosto. Ma, come spiega l’allora assessore ai trasporti in questo articolo del Washington Post (dal bel titolo che richiama gli U2, Where the streets have no cars), anche se solo per pochi giorni l’obiettivo è quello di invitare i cittadini a ripensare il loro approccio alle strade, per non vederle solo come il regno delle automobili e promuovere l’idea che, soprattutto per i brevi spostamenti, muoversi a piedi o in bici è possibile. Un cambio di mentalità, insomma, da parte di un’amministrazione che ha investito molto in mobilità sostenibile e su un rinnovato uso della bicicletta (ve ne parlerò presto).
Summer Streets
Certo, i numeri non sono quelli di Bogotá, perché per Summer Streets i chilometri pedonalizzati sono solo poco più di 11, e i partecipanti all’iniziativa circa 300.000. Nonostante questo, se si viene a New York ad agosto, è un evento da non perdere.
Innanzi tutto perché il percorso è particolarmente allettante: dal City Hall Park si sale verso nord per Lafayette Street, che poi diventa Park Avenue fino alla 72th Street, connettendo così due luoghi simbolo come il ponte di Brooklyn e Central Park, passando per Union Square e Grand Central. E, nel tragitto che attraversa vari quartieri, si può vivere la città da un punto di vista diverso, riappropriandosi anche di spazi normalmente aperti solo alle auto (come la strada sopraelevata che “circumnaviga” Grand Central).
In secondo luogo, perché ci sono tanti eventi organizzati per rendere la passeggiata (o la biciclettata) più piacevole: nei cinque “rest-stop” lungo il percorso si può seguire corsi di vario genere (dallo yoga ad uno per insegnare ai bambini ad andare in bici), buttarsi da un lungo scivolo acquatico, lanciarsi a volo d’angelo attaccati ad una corda d’acciaio, partecipare a visite guidate a piedi o su due ruote, giocare a giochi da spiaggia sulla sabbia, noleggiare bici o pattini, fare assaggi e degustazioni di cibo, bibite e gelati, farsi aggiustare la propria bicicletta, o portare il cane in un’intera area a loro dedicata con varie attività. E tutto (e altro che trovate nell’elenco) è per di più gratuito!
Infine, tutto è organizzato alla perfezione, con un gran dispiego di persone, mezzi e risorse. Ci sono così dei rifornimenti “al volo” per i podisti che non vogliono fermarsi al “rest-stop” ma vogliono ugualmente dissetarsi; tanti volontari che bloccano il traffico di pedoni e bici con degli appositi cartelli nei rari casi in cui si incrocia una strada che bisogna necessariamente lasciare aperta, seppure a singhiozzo, per non bloccare del tutto la circolazione a Manhattan; c’è un grande sforzo per mantenere sempre rifornite le stazioni chiave del bike-sharing, in modo da permettere a tutti di trovare bici in qualsiasi punto del percorso; ci sono fontanelle mobili per promuovere l’utilizzo dell’acqua pubblica invece di quella minerale; la strada sottratta alle auto, in entrambi i sensi di marcia, è divisa a metà con una corsia per pedoni e un’altra per gli altri mezzi di trasporto, dalle bici ai pattini allo skate, e tutto è chiaramente indicato da cartelli.
Purtroppo, questa bella festa dura poco: solo tre sabati consecutivi ogni agosto e per di più solo la mattina, dalle 7 alle 13. Il consiglio è quello di arrivare il più presto possibile, magari partendo da sud, e cercare di percorrere in bici o a piedi il tratto più lungo possibile, per approfittare di questa rara opportunità di “invadere” strade e viali senza essere ostaggio di traffico, rumore e inquinamento da automobili. Io ho seguito tutto il percorso su due ruote, prendendo e lasciando la bici in ciascun rest-stop per vedere le varie iniziative organizzate in ciascuno di essi. Tra l’altro è stato divertente un signore che cercava di attraversare a piedi l’imponente flusso di bici: io ho rallentato per farlo passare (era pure sulle strisce!) ma lui mi ha fatto segno di passare, dicendomi pure qualcosa come “E’ il vostro giorno”, con un sottotitolo non espresso “godetevela finché dura!”.
Shared Streets
Organizzata sempre dal Dipartimento dei Trasporti, Shared Streets è invece una nuova iniziativa che, invece di pedonalizzare un lungo tratto di strada che percorre Manhattan da nord a sud, come nel caso sopracitato, si concentra in un solo quartiere. Nel 2016 l’esperimento ha riguardato Lower Manhattan, sfruttando l’esperienza di Summer Streets e quindi riproponendo un menu di eventi simile, fatto di visite guidate, noleggio bici, mostre, spettacoli, giochi, un’area lettura, e così via (qui il programma). In più si è cercato di coinvolgere i musei del quartiere, per l’occasione ad ingresso gratuito o a metà prezzo, in modo da permettere un’esplorazione davvero completa dell’area. E’ divertente soprattutto il corto circuito tra le iniziative culturali, come l’angolo gestito da un gruppo di giovani urbanisti che invitano a riflettere, anche attraverso un gioco, sulla trasformazione urbana della città, e quelle più popolari, come il divertente spettacolo itinerante fornito dalla Hungry March Band proprio davanti ai luoghi simbolo della finanza.
Gli orari in questo caso sono un po’ più “comodi”, ovvero dalle 11 alle 16, anche se la pedonalizzazione è solo parziale: alcune strade sono chiuse del tutto ai veicoli a motore, mentre altre sono appunto “condivise”, ma con l’obbligo di non superare la velocità di 5 miglia all’ora, ovvero la stessa andatura dei pedoni! Il risultato è apprezzabile, soprattutto in un quartiere come Lower Manhattan, dove poter “invadere” la strada regala prospettive diverse sui grattacieli della zona o su luoghi simbolo come la sede della borsa o della Federal Reserve.
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